aneddoti

aneddotonumeronovantanove_12giugno2021

Per ampliare il numero dei sound disponibili ho recentemente acquostato una lap steel, una cigar box e un diddley bow. Il suono dell’America in musica a mio avviso è quello dello slide sullo corde di metallo, e ormai ho un arsenale invidiabile per sentirmi nel delta del Mississippi!

aneddotonumeronovantotto_30aprile2021

Seguendo il filo del mio cervello sconnesso partendo dallo ska sono arrivato al rocksteady, poi a Ernest Ranglin, poi al disco di Ranglin live insieme a Monty Alexander in cui ho trovato questo bellissimo brano, “Sly Mongoose”. È una canzone per bambini dei Caraibi, nello specifico di Trinidad. La conoscono tutti, ma proprio tutti: perfino Parker l’ha regitrata. Il che mi ha reso consapevole della mia ignoranza. Più scavi e più c’è da scavare. Che meraviglia!

aneddotonumeronovantasette_29marzo2021

Ormai devastati da un anno di lockdown, ogni giornata al parco profuma di meraviglia e paradiso! Pur andando alla Pellerina (il Parco Carrara di Torino) da quando ho circa 3 anni, non avevo mai visto questo albero meraviglioso. Il che mi ha fatto tornare alla mente la bellissima frase di George Harrison “without going out of my door I can know all things on earth”. Indeed!

aneddotonumeronovantasei_27gennaio2021

Ho visto di recente “Rocket Man”, avevo già visto il documentario su Amy Winehouse e anche “Bohemian Rhapsody”. Vite travagliate, quelle dei cantanti. Diciamo che si è rinnovato il mio pensiero che i gruppi sono fighi anche perché ci si sostiene vicendevolmente, oltre perché suonare con chi conosci e stimi eleva il tutto a meraviglia assoluta.

aneddotonumeronovantacinque_24gennaio2021

Se avessi più tempo sicuramente studierei la musica di Bali (ho una serie di libri e ascolti pronti all’uso); approfondirei il cinese (che studio ma arranco!); suonerei più spesso la batteria, che adoro; farei un corso da sarto (almeno base, mi piacerebbe sapere cucire).  Infine avrei sempre frequentato volentieri un corso di disegno, ma non credo che troverò mai il tempo. Mi sono così dedicato a cercare tra le miliardi di app quelle che mi permettono di disegnare senza saperlo fare, ed ecco che tac! sono diventato il personaggio di Corto Maltese qui sopra. Meraviglia!

aneddotonumeronovantaquattro_13febbraio2020

Ho di recente suonato con uno dei miei nuovi ensemble, i Robobop; non ho mai suonato davvero bop e hard bop, e mi diverte particolarmente dargli un taglio contemporaneo con tutti i suoni effettati e onirici. Il mio maestro diceva che è meglio la solita minestra che la merda tanto per cambiare, ma a volte sperimentare è sano!

aneddotonumeronovantatre_9giugno2019

Paperino è sempre stato il mio personaggio preferito: mentre Topolino è perfetto, Paperino è sgaruppato, sfortunato ma gli vogliono poi tutti bene. Lo sento insomma molto vicino e sulla scrivania mi guarda e porta fortuna.

aneddotonumeronovantadue_25marzo2019

A mio avviso è inconcepibile suonare e non esibire ogni tanto il “gesto punk”. Nella foto il mio ultimo!

aneddotonumeronovantuno_24gennaio2019

mirti

Domani uscirà ufficialmente “Zen#4”, il mio primo album in solo; l’ho registrato in tre giorni, ma ci ho lavorato dieci anni, e mi prende sempre un’emozione indescrivibile. Mi diverte sempre chiedermi cosa penserebbe di me oggi il me adolescente che studiava ragioneria!

aneddotonumeronovanta_5novembre2018

Quest’anno ho intervistato una quantità impressionante di chitarristi incredibili; ultimi due in ordine di tempo Al Di Meola e Marc Ribot. Il mio alter ego di sette anni (nella foto) non ci avrebbe mai creduto!

aneddotonumeroottantanove_14luglio2018

Sto impiegando il tempo estivo in mille attività di superlusso; quella che preferisco è ultimare il mio primo album in solo, Music For Meditation; partito moltissimo tempo fa, il progetto per una serie di strani casi del destino è diventato l’insieme di tutte le cose che più mi piacciono; il tocco finale è arrivato con questa meravigliosa campana tibetana, il cui suono apre l’ultimo brano. Meraviglia!

aneddotonumeroottantotto_8aprile2018

Giunto a un età che mi vede più vicino ai 90 anni che alla nascita mi sono regalato la prima scatola per plettri della mia vita; civettuola, orientale, con una ballerina che aprendo la scatola balla alla musica del carillon in esso contenuto. In quanto ad attitudine, meraviglia…

aneddotonumeroottantasette_15marzo2018

Di recente sono entrato a far parte della Jazz Journalists Association; sono molto contento, dopo quasi dieci anni di esperienza è un segno positivo che mi rallegra.

aneddotonumeroottantasei_6febbraio2018

Poichè non sono un millennial, possedere gli oggetti come libri e dischi mi ha sempre provocato estremo piacere; toccarli, palparli, leggere le note, questi piccoli piaceri sono in realtà grandi. Non vi dico cosa mi succede nella  testa quando arrivano i pacchi di Jazzit con i CD da recensire: festa grande, e felicità a lunga durata.

aneddotonumeroottantacinque_5gennaio2018

A Natale ho ricevuto in regalo uno stupendo set di gioco del Mahjong da 144 tessere; sul breve periodo questo dono non mi farà migliorare musicalmente, e probabilmente se giocherò a soldi mi renderà anche più povero. Ma sono assolutamente certo che quest’oggetto non potrà che produrre delle esperienze tali che sicuramente scriverò dei brani collegati e sul lungo epriodo avrò ancora più cose da raccontare in musica.

aneddotonumeroottantaquattro_2gennaio2018

Beh se vuoi essere il killer più veloce del west, la fondina porta plettri mi sembra un oggetto assai interessante… fortunatamente l’ho ricevuta in regalo a Natale!

aneddotonumeroottantatre_1gennaio2018

Dopo più di due anni dal viaggio a Taiwan del 2015 è finalmente terminato il lavoro a The Taiwan Travel, il libro che raccoglie le foto di Leonardo Schiavone e i miei testi e riflessioni. Mi sembra più che giusto che il racconto di un viaggio in Asia abbia richiesto il suo tempo, senza fretta… molto karmico davvero.

aneddotonumeroottantadue_1settembre2017

Roccando rollando a Taipei con il mio amico Robert, nell’aprile 2017. Il mio unico mito musicale da bambino e ragazzo, e in parte ancora adesso, è la versione di Get Back dei Beatles registrata sul tetto nel 1969. John Lennon esibiva una splendida Epiphone Casino sverniciata, con la quale suonava l’epico assolo, lasciato le ritmiche – peraltro devastanti – a George Harrison. Quindi nel mio immaginario la Casino è La Chitarra, e da quando ho acquistato la mia nel 2015 altre quattro persone se ne sono comprata una… amandola alla follia come me. L’amore di una chitarra è per sempre!

aneddotonumeroottantuno_20maggio2017

Sono molto affezionato a questa foto; è stata scattata il 20 aprile, poco dopo l’intervista a Michale League, che è l’ultimo a destra, condotta da Luca Vicini, che è tra me e Michael, insieme a Ivano Rossato che è l’ultimo a sinstra. Dimostra che la mia teoria che quante più variabili diverse metti nello stesso luogo e tempo, tante più cose belle verranno fuori. E soprattutto ti diverti anche moltissimo…

aneddotonumeroottanta_20marzo2017

La mia scrivania oggi, equinozio di primavera 2017: direi che rappresenta bene il mio ordine mentale…

aneddotonumerosettantanove_31agosto2016

sito

Una interessante prassi di scrittura che conoscevo solo alla lontana è la notazione con i numeri, che viene usata in Asia e nei paesi anglosassoni. Molto utile per analizzare i brani (infatti sono scritti in funzione dei gradi e non delle note reali) mi serve per leggiucchiare un libretto che comprai a Taiwan con 200 melodie cinesi tradizionali. Non si finisce mai di imparare!

aneddotonumerosettantotto_19luglio2016

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Dopo soli cinque anni circa ho completato (quasi, ma il grosso è fatto!) il mio piccolo libro dei cluster chitarristici. Si tratta di un lavoro immane che iniziai tanto tempo fa quando mi resi conto che esisteva una setta segreta di chitarristi che conoscevano accordi che non avrei neanche mai osato pensare! Come sempre mi sono poi appassionato all’argomento fino a farlo diventare parte integrante del mio stile musicale. Buona lettura!

aneddotonumerosettantasette_1aprile2016

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Mercoledì 30 marzo sono stato “in gita” alla Rampone & Cazzani, vicino a Verbania. Si tratta di una delle più importanti aziende produttrici (artigianali) di sassofoni nel mondo. Ci ha accolti Claudio Zolla, fantastico anfitrione che ci ha orgogliosamente spiegato tutto. La giornata non poteva che finire mangiando insieme, sotto il poster di “Let It Be”. Ci sono motivi ricorrenti nella mia vita!

aneddotonumerosettantasei_25novembre2015

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I chitarristi sono suggestionabili! Per spiegarmi, se fate vedere un documentario sugli insetti dopo un po’ vi verrà voglia di grattarvi. Io invece mi sto appassionando della scala maggiore armonica ed ecco che la trovo ovunque! Semplice suggestione?! Non importa: ciò che conta è che è meravigliosa!

aneddotonumerosettantacinque_22ottobre2015

iug9

Ricominciare le lezioni è sempre un piacere. Dopo quasi 25 anni di attività didattica una delle verità assolute che ho capito esservi nell’apprendimento della musica è che la componente tecnica è assolutamente irrilevante, la impari in cinque minuti. Quello che fa la differenza ed è veramente difficile cambiare è la propria attitudine. Una bella storiellina Zen che adoro e che spiega molto è questa. Enjoy!

aneddotonumerosettantaquattro_24settembre2015

hualien

Al Blue Note di Taipei ad agosto mi hanno invitato a suonare alla Jam del mercoledì: zioffà, neanche il tempo di capire dove inserire il cavo che avevano staccato I’ll Remember April a 300 di metronomo, quindi si è riproposta la classica situazione genere Paperoga allo sbaraglio: con la coda del cervello segui il brano, con le mani cerchi di fare in modo che la chitarra sia udibile, preghi tutti i Santi che la silent che hai per l’occasione sia ancora accordata e che il cavo non sia marcio. Altro che i conti alla rovescia dei film di Bruce Willis! Con la mia solita fortuna al momento esatto del lancio del mio assolo ero appena riuscito a far funzionare tutto. Il  bassista per sua sfortuna però aveva una cassa vicino alle orecchie, e quindi sentiva la mia chitarra con quel lieve ronzio genere quadruplo stack di Marshall a palla. Amico, hai staccato il brano senza aspettare che fossi pronto, ora goditi ogni asperità del manico!

aneddotonumerosettantatre_8luglio2015

sco

Nella più noiosa, calda e afosa domenica di luglio del decennio Jazzit mi ha chiesto di intervistare John Scofield, uno degli artisti che in assoluto ammiro e stimo di più. Pronti via si parte, faccio il numero, mi presento e il buon John mi dice “please, can you speak clearly, louder and slower, ’cause as you know I’m a little bit deaf!”. Mi sono subito messo a ridere e il timore reverenziale è volato via!

aneddotonumerosettantadue_16marzo2015

iuglive

Essendo un ammiratore di lunga data di Miles Davis mi sono molto emozionato quando mi hanno chiesto di intervistare Marcus Miller, una delle icone della musica nera degli ultimi trent’anni. Il giornalista musicale è un bellissimo lavoro!

aneddotonumerosettantuno_18gennaio2015

2

Ogni volta che sono un po’ sconfortato dalla piega presa  dall’attuale scena musicale scopro gioielli del passato o del presente che mi regalano sorrisi a profusione. Questa settimana il merito va a “Ring” di Gary Burton, un album di sorprendente modernità che colpevolmente non conosscevo e al nuovo disco di una band lombarda, gli Psychovox, appena usciti col loro nuovo disco “Somnus”, di grandissima bellezza. Thank you, guys!

aneddotonumerosettanta_7ottobre2014

ukulele

Qualche giorno fa mi sono comprato un ukulele. Elettrico. Quindi ho passato un po’ di tempo a controllare, capire l’accordatura, come funziona lo strumento. Tutto questo apre infinite possibilità timbriche perché sembra una chitarra, ma avere un cantino come corda più bassa cambia radicalmente il suono. Insomma meditavo su quanto sia bello essere curiosi e non stancarsi mai di percorrere l’infinita strada della conoscenza!

aneddotonumerosessantanove_5settembre2014

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Prima dell’estate avevo consigliato un gruppo di miei studenti di investire i soldi che avrebbero speso in una registrazione da realizzarsi Milano nell’allestire un piccolo studio casalingo, partendo da quest’idea: inizialmente si fa più fatica, ma sul medio periodo è un investimento eccellente e permette di ottenere lavori di qualità a costi irrisori. Ieri questi diavoli mi hanno spedito tramite Whatsapp il primo provino casalingo. Insegnare a volte è un’esperienza esaltante.

aneddotonumerosessantotto_29marzo2014

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Finito il riordino degli spartiti, mi sono dedicato a mettere in ordine alfabetico i circa 1600 CD che possiedo, dalla A di John Abercrombie (non amo gli Abba!) al Greatest Hits degli ZZTop. Con il massimo rispetto per la visione digitale di Steve Jobs, toccare e palpare questi 1600 robi (per non parlare dei vinili che sono tuttora sottosopra) è come sempre un piacere tattilsessuale emozionantissimo!

aneddotonumerosessantasette_28febbraio2014

14a

Post trasloco mi sto dilettando in una colossale opera di riordino dei miei possedimenti e ho scoperto cose che voi umani non avete mai visto! Ne enumero alcune per espormi al pubblico ludibrio (e invidia!): due copie de la “samba de Orfeu” , lo spartito originale di Malafemmina di Totò, un’edizione insulsa di “Apache” degli Shadows, la mia trascrizione manoscritta dell’assolo di Django Rehinardt di How High The Moon, un’articolo ritagliato da Guitar Player sullo stile compositivo di Pete Townshend, il raccoglitore con la collezione di quasi tutte le composizioni di Monk, e svariate altre cose. L’insieme manifesta egregiamente la confusione che regna nel mio cervello, anche se naturalmente la spaccio per grande eclettismo e rara poliedricità!

aneddotonumerosessantasei_4gennaio2014

12a

Dopo aver ascoltato McLaughlin (leggete aneddoto numero sessantacinque) ho studiato la danse du bonheur. Mi sono dunque reso conto che la mia tecnica è scesa moltissimo. Dunque dopo settimane di studio l’ho eseguita a 140 bpm. E’ sempre una bella soddisfazione quando guardi il metronomo negli occhi e li abbassa lui!

aneddotonumerosessantacinque_7dicembre2013

mcl

Lo scorso weekend Jazzit mi ha inviato a vedere McLaughlin a Montecarlo, nel concerto che ricordava gli Shakti, suo celebre progetto degli anni ’70. Sono rimasto colpito dall’energia e dalle buone vibrazioni della band: un continuo sorriso, un costante sorprendersi e divertirsi lungo due ore, che sono volate via in un lampo. Si impara a volte più guardando un concerto che non studiando tecnica due mesi!

aneddotonumerosessantaquattro_23novembre2013

8

Nel marasma generale di dischi un pochino noiosi o inutili che ho ascoltato negli ultimi mesi mi sono incredibilmente appassionato a “Lone Prairie” di Corey Christiansen: un album meraviglioso, contemporaneo e originale, che mi ha allietato l’estate. Jazzi is not dead but smells funny, diceva Zappa, ma con alcune eccezioni!

aneddotonumerosessantatre_5ottobre2013

7

Due storie in parallelo: un mio allievo mi ha chiesto due consigli, in tre mesi abbiamo preparato l’ammissione al Conservatorio di Cuneo, è stato ammesso e adesso si divertirà molto per i prossimo tre anni spendendo ragionevolmente poco. Un altro allievo non mi ha detto nulla e si è iscritto in una delle peggiori scuole d’Italia, gli ruberanno valanghe di euri e alla fine si ritroverà senza nulla in mano. In mezzo io, sempre lo stesso. Il primo allievo ha capito che la mia umiltà e serenità celano anche un po’ di sapienza acquisita con tanto sforzo negli anni, il secondo pensava fossi un babbeo non meritevole di fiducia. Non so quale sia la morale, ma   se incontrate una persona umile e serena non vi fate ingannare dalle apparenze.

aneddotonumerosessantadue_14settembre2013

fontana

Sono appena stato al Jazzit Festival organizzato da Jazzit; essendo dei gemelli (!) avevo molteplici ruoli: redattore della rivista, presidente dell’Associazione Notabene che ha organizzato a Collescipoli il nono camp musicale, responsabile del palco di Porta Ternana. Come sempre ho conosciuto musicisti meravigliosi e cialtroni incredibili, e pensavo: ma come è possibile che gente che passa tutta la vita a imparare a suonare meravigliosamente uno strumento poi non sappia trattare con un minimo (ma veramente minimo!) di tatto le persone che si occupano della parte squisitamente tecnica di un concerto?

aneddotonumerosessantuno_24agosto2013

em

Sono stato in un parco di divertimenti e  ho pensato: ma come è possibile che le giostre sono tutte meravigliose e la musica che ci mettono sotto faccia così schifo? Si è persa la consapevolezza di quanto la musica modifichi le percezioni… peccato! Brian Eno con “Music For Airports” aveva già capito tutto moltissimo tempo fa…

aneddotonumerosessanta_27luglio2013

stella

Ho ripreso in mano quelle due o tre tonnellate di parti per chitarra classica che ho raccolto nel corso degli anni, da Sor a Villa-Lobos, da Roncalli a Brower: che mondo meraviglioso! La curiosità è il sale della vita!

aneddotonumerocinquantanove_6luglio2013

aned

Ho ritrovato un appunto con una delle mie citazioni preferite: “Felicità è stare a casa a suonare la chitarra”, Lucio Battisti. Assolutamente si!

aneddotonumerocinquantotto_24maggio2013

13

Sono stato mercoledì scorso alla Sony di Milano a intervistare Michel Camilo. Un’esperienza emozionante, che ho voluto condividere con mia figlia Laura. Mi sono reso conto ancora una volta come nteragire con i “grandi” sia sempre una lezione di umiltà e il confronto con queste personalità esalti il meglio di noi stessi.

aneddotonumerocinquantasette_20aprile2013

diciannovep

Uno dei miei allievi più brillanti è arrivato un giorno e mi ha detto:

-possiamo fare qualcosa di Santana?

– certo, ma come fai a conoscerlo (ha 14 anni…)

E la risposta mi ha entusiasmato:

– mi sono informato, pare che sia bravo!

A volte internet aiuta i ragazzi svegli!

aneddotonumerocinquantasei_30marzo2013

flags

Una volta un tale continuava a chiedere a Jose Perfetto (mio mentore e maestro e poi collega) domande insulse tipo tipo di plettri, scalatura delle corde, ecc. Quel genere di particolare tecnico che annoia tutti in eguale misura. La sua risposta fu come sempre fulminante, e da allora è diventata un classico: “secondo me se sei bravo suoni bene anche un manico di copa equipaggiato con degli elastici!”.

aneddotonumerocinquantacinque_2marzo2013

11

Stavo riascoltando “Count Basie Plays The Blues” e come sempre mi ha colpito sentire quanto rocker erano dentro il cuore i musicisti di Kansas City… riff a raffica, ritmo paura! Più si va avanti e più si torna indietro! Augh!

aneddotonumerocinquantaquattro_16febbraio2013

 3

Più vado avanti nell’insegnamento più mi convinco che Karate Kid è la bibbia del didatta moderno: metti la cera, togli la cera. Per 6 o 7 anni, poi se vuoi puoi fare una domanda, seguita da 12 anni di metti la cera e togli la cera, e così via! Ora scusate, devo andare a mettere la cera.

aneddotonumerocinquantatre_26gennaio2013

2

Ieri abbiamo realizzato il seminario a proposito di Jimi Hendrix. Ricordo quando avevo 12 anni, e mio fratello comprò “Smash Hits” con la foto in copertina di Dezo Hoffman, nella quale Hendrix era triplicato grazie a più esposizioni. Le distorsioni di Jimi al tempo mi erano completamente indigeste e ricordo di avergli urlato “tanto a me non piacerà mai Jimi Hendrix!”… devo riconoscere che mi sbagliavo di grosso!

aneddotonumerocinquantadue_12gennaio2013

8

Un giorno alle odiatissime scuole medie venne ospite un quintetto d’archi che ci suonò (deliziandoci assai devo dire) la piccola serenata notturna di Mozart. Da allora Wolfgang è sempre stato tra i miei preferiti, e mi ricorda momenti di vite precedenti! Se solo i salesiani avessero invitato Pino Scotto anzichè il quintetto, ora mi toccherebbe essere pure un metallozzo militante!

aneddotonumerocinquantuno_15dicembre2012

ven7

Ho scoperto proprio l’altro giorno che uno dei miei allievi più folli in gioventù stava con una ragazza non proprio carina: siccome è impallinato dei Rolling Stones, la amava pazzamente perchè assomigliava a Keith Richards! Questo vuol dire essere un vero fan!

aneddotonumerocinquanta_20ottobre2012

Al primo saggio musicale della mia vita dovevamo suonare “The Chicken” nell’arrangiamento di Pastorius. Provammo un sacco di tempo, e veniva davvero bene. Poi al momento clou, al Teatro Juvarra di Torino, davanti a 400 persone, il batterista la staccò al doppio della velocità, riuscendo nell’epica operazione di fare venire una schifezza il tutto. Prima dei saggi portate tanta camomilla per le sezioni ritmiche!

aneddotonumeroquarantanove_22settembre2012

Nonostante anni di studi di raffinatissimo jazz, l’istintiva e istrionica zarria di Stevie Ray  Vaughan ha sempre un fascino ammaliante! Non perdetevi il video di Cold Shot!

aneddotonumeroquarantotto_15settembre2012

Ho ricomprato Fabrizio De Andrè live con arrangiamenti PFM, e mi sono ricordato che è stato la colonna sonora della mia infanzia; un disco fantastico, con arrangiamenti meravigliosi e brani sublimi! Portentoso realizzare come le cose che mi piacevano di più a pelle adesso le potrei spiegare tecnicamente: l’assolo di moog di Bocca di Rosa, la chitarra funk del giudice, il solo à la Jeff Beck di amico fragile…

aneddotonumeroquarantasette_11agosto2012

Una volta feci una scommessa con una cantantessa che era mia collega all’Istituto Civico di Ciriè: io sostenevo che i Traffic si formarono dopo i Blind Faith, lei diceva invece che erano un progetto precedente: con molta enfasi fissammo la posta e ci lasciammo  ognuno convinto della certezza della vittoria. Scoprimmo poi che i Traffic erano esistiti prima e dopo i Blind Faith…da allora non ho più fatto scommesse!

aneddotonumeroquarantasei_21luglio2012

Nella prima scuola in cui insegnai, intorno al 1996, la segretaria -a cui stavo molto simpatico, naturalmente- cercava di convincere i genitori a iscrivere i figli a chitarra anzichè pianoforte spiegando: “e poi quando i suoi figlioli cresceranno ed andranno al mare, come se lo portano il pianoforte in spiaggia??!”

aneddotonumeroquarantacinque_16giugno2012

Il detto “nemo propheta in patria” si rivela sempre veritiero!  Domenica scorsa ho avuto il privilegio di essere parte della giuria del Premio Massimo Urbani 2012 (uno dei più importanti premi del jazz italiano). Come dice la mia mamma, l’importanza della questione si capisce dal fragore del silenzio che lo accompagna: questo fatto che, come dice il buon Luciano Vanni, sono (misteriosamente, aggiungo io!) diventato uno degli opinion makers del jazz italiano ai miei concittadini musicisti dà proprio fastidio. Ma come direbbe Bigsby in “Trainspotting”: siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

aneddotonumeroquarantaquattro_19maggio2012

Ieri abbiamo regalato a nostra figlia Chiara un lettore MP3. E’ bello perchè lei è piccolina, e così la musica glie l’ho caricata io e già la scelta è stata complessa, tra brani che le piacciono e brani che penso siano fondamentali (i beatles rolling stones pink floyd ecc ecc fino a prince e ani difranco). Il momento bellissimo è stato quando lei ha iniziato ad ascoltare e ogni canzone diceva:”papi, ma che figo hai messo questa” per almeno 158 volte !

aneddotonumeroquarantatre_12maggio2012

Riascoltavo l’album “Electric Guitarist” di John McLaughlin, perchè a volte mi piace insegnare il suo arrangiamento di “My Foolish Heart”. Un album del 1978, che contiene un tarocco velocissimo di Giant Steps con Chick Corea e Stanley Clarke, un brano con Tony Williams e Jack Bruce, una cosa con Santana, la ballad d asolo con flanger e mi basso che diventa la bassissimo. Insomma un caleidoscopio sonoro, così bello che sarebbe impossibile rifarlo oggi, troppo intenso e troppo creativo. 😦 Ririflusseranno i nostri tempi?!

aneddotonumeroquarantadue_28aprile2012

Il privilegio di aver fondato una scuola di musica e di essere padre di due bimbe che suonano piano e batteria e di aver sposato una suonatrice di basso è che al saggio di giugno potremo suonare Jumping Jack Flash In Quartetto. Figo no?!

aneddotonumeroquarantuno_7aprile2012

Uno degli equivoci più frequenti quando si colloquia di musica al bar è sintetizzabile in:

– ma ti piace xyz (sostituire al posto di xyz Springsteen, Knopfler, Pino Daniele, ecc ecc)

– no

– ma è BRAVISSIMO

e qui di solito concludo dicendo:

– mica ho detto che non è bravo, ho detto che a me non piace.

Dopo anni di osservazione o così concluso che la fedeltà dei fans è inversamente proporzionale al talento e all’interesse generato in me da un artista qualsiasi. Inoltre più l’artista è ignobile e più se sentono in dovere di convincerti che tu, proprio tu, non hai capito bene il messaggio del loro eroe, che se solo ascoltassimo risolverebbe tutti i mali del mondo, e perciò ulteriormente ti sfracellano la milza con sistemi che abitualmente  applicavano i Testimoni di Geova .Perciò consiglio: evitare di parlare di musica e glissate traslando le facezie in altri ambiti (es.: che ne pensi di roland Kirk? Che siccome nessuno conosce si crea un bel silenzio che rilassa le coscienze!).

aneddotonumeroquaranta_10marzo2012

Da ragazzi c’era una sorta di gara non dichiarata tra chi sapeva meglio i brani degli Stones, unico e condiviso mito della nostra infanzia; trassando come da manuale, nell’estate del 1990 mi comprai il numero di Guitar Player con Keith Rochards in copertina, a Londra (quello che alla domanda sulla sua tecnica risponde: cinque corde, quattro quarti, tre dita, due accordi un asshole!) e imparari tutti i suoi trucchetti, dall’accordatura in Open G all’uso del capotasto mobile, vincendo anche le Olimpiadi tra gli amici, in tema Stones. Mai sottovalutare la carta stampata!

aneddotonumerotrentanove_25febbraio2012

Ancora bizzarrie varie sentite nel corso di quindici (e passa!) anni di insegnamento; la top 3:

“Ma questi cromi cosa sono?”

“Mi spieghi la scala pentatronica?”

“Mi insegni il pezzo che fa “nananan”?

aneddotonumerotrentotto_28gennaio2012

I miei allievi (alcuni di essi) sono geniali e si inventano quesiti formidabili da pormi. Il migliore di questo periodo è senz’altro. “Mi tormenta questo busillis: ma nel 3/4, dove va a finire il quarto che manca?”!

aneddotonumerotrentasette_14gennaio2012

Ricordo benissimo quandi aprì la biblioteca civica Lamarmora, sita nei giardini Lamarmora di Piazza Adriano, Torino. Lo ricordo perchè c’era anche la sezione nastroteca, con cassette e vinili che si potevano sentire in una stupenda saletta con tante sediole ognuna munita di cuffie. Per l’epoca (1979 circa) era avveniristica e fantastica. In sostanza io e mio fratello aspettavamo la fine della scuola per catapultarci in bibilioteca a sentire tutti quei dischi che avremmo voluto possedere ma non potevamo permetterci: dai Gufi ai Pink Floyd ai Beatles ai Rolling Stones. Partendo da questo ricordo si capisce che orgasmo multiplo e continuato sia stato per quelli della mia età l’avvento di Youtube! Senza uscir di casa, ed evitando pure il bibliotecario (stronzissimo) con la barba (curiosamente i bagnini e i bibliotecari se hanno la barba sono esseri repellenti che si collocano tra il trilobite e il varano nella scala dell’evoluzione!). Yeah!

aneddotonumerotrentasei_7gennaio2012

Quando ero un miserabile (si fa per dire) studentello di jazz, intorno al 1994, ricordo che frequentavo un corso di musica di insieme tenuto dal mio maestro del tempo. Noi poveri participanti non lo sapevamo, ma era il corso più difficile e complesso della storia dei corsi di musica di insieme!!!: ricordo che si suonava Atlantis di McCoy Tyner, Line Games di Pat Martino, Barbara (un 3/4 a velocità incosulta) di Horace Silver, e vari arrangiamenti a due voci (di difficoltà astronomica!) di John La Porta. In effetti ci siamo spaccati le ossa per due anni. Però ne valeva la pena! Alla fine un pò di pazzia nella didattica, fa fine e non impegna!

aneddotonumerotrentacinque_26novembre2011

Mi ricordo benissimo il giorno che mio fratello portò a casa la cassetta dell’album bianco dei Beatles; credo fosse il 1985, e con i miei genitori si doveva andare a vedere una mostra di Magritte a Cap Ferrat: bene, io non andai e rimasi in macchina ad ascoltare in heavy rotation  Back In The USSR, Glass Onion e While My Guitar Gently Weeps… sorry, René, ma l’album bianco è sempre il top!

aneddotonumerotrentaquattro_19novembre2011

Mi piace molto la traduzione di chitarra in cinese:

吉他

jita ! Non è bellissima?

letteralmente vorrebbe dire: “fortunato lui  “.

😉

aneddotonumerotrentatre_12novembre2011

Ho sempre trovato impressionanti due cose: che nelle 600 pagine di storia della musica del Dall’orto non siano citate donne; e che nessuno se ne accorga mai. Non è rivoltante? E non le cita non per maschilismo, ma perchè la nostra società è pesantemente maschilista e non contempla donne compositrici . Pensate alle icone del jazz e del rock, e capirete perchè ho un amore per Ani DiFranco.

aneddotonumerotrentadue_5novembre2011

Uno dei miei film preferiti è “I Tre giorni del Condor”: sono felice di aver scelto un film con una colonna sonora che spacca il culo! Per altro è un plagio non dichiarato (e continuo) di Little Wing di Hendrix, ma con una bellezza di orchestrazione che mi lascia sempre sbalordito!

aneddotonumerotrentuno_5novembre2011

Il giorno del primo compleanno vissuto da fidanzati della mia fidanzata del 1990 (l’attuale mia moglie) come regalo andammo a vedere l’ultimo concerto della formazione originale dei Rolling Stones (Bill Wyman al basso) a Wembley. 25 agosto 1990. Il buongiorno si vede dal mattino!!

aneddotonumerotrenta_29ottobre2011

 Nel 1994 andai dal (glorioso) Salotto Musicale di Merizzi a comprare un cavo e uscii con una Gibson 175 sunburst (quella che ancora adesso ho) del costo di 1.400.000 lire, usata e in ottime condizioni. Bisogna ben dire che al giorno d’oggi l’acquisto  sarebbe impossibile senza l’asportazione di un rene! Dal che si trai l’insegnamento fondamentale: mandate sempre qualcun altro a comprare i cavi (se volete evitare la proliferazione delle chitarre!!).

aneddotonumeroventinove_22ottobre2011

Uno dei più grandi rimpianti della mia adolescenza è stato non riuscire a vedere il tour di Sign Of The Times di Prince: avevo già il biglietto (33.000 lire, una discreta cifretta) quando saltò improvvisamente. E si fotterono pure le 3000 lire di prevendita. Maledetti!

aneddotonumeroventotto_15ottobre2011

Una volta consigliai a una ragazza che cantava:

– perchè non canti Al Jarreau?

e lei mi rispose :

– non lo conosco, che locale è?!

aneddotonumeroventisette_8ottobre2011

Avevo sempre pensato che Zappa fosse troppo complicato per il mio cervello finchè un giorno, mille anni fa, trovai da backdoor a 15000 lire la trilogia di Joe’s Garage: dopo due settimane avevo già la discografia intera e  diventai così uno zappiano di ferro!

aneddotonumeroventisei_1ottobre2011

La mia collaborazione con Jazzit iniziò con una breve telefonata che ricevetti nell’ottobre del 2009:

– ciao Eugenio, come va?

– bene , grazie Chiara. Dimmi tutto!

– hai da fare stasera alle sette e mezza?

– si ma mi libero: cos’hai in mente?

– se ti va di scrivere per noi…

– ma certo dimmi

– ecco, alle sette e mezza devi intervistare George Benson

(sudori freddi ) – ah, bene, e su cosa verterà l’intervista?

– sul suo ultimo disco che sta per uscire

– ah perfetto, quindi ho ancora un paio d’ore per trovarlo, acquistarlo, ascoltarlo, preparare delle domande che non facciano schifo, togliermi la ruggine guardando in lingua originale due film di Sidney Poitier ed Eddie Murphy e poi si intervista?

– esatto

– ok, grazie!

Per onor di cronaca poi il management di GB sbaglò qualcosa e l’intervista saltò; così io non morii di infarto e sono ancora qui. Ma certo che come esordio, di quelli “al fulmicotone“! Dal che si trae la morale: le occasioni vanno prese al volo!

aneddotonumeroventicinque_24settembre2011

Quando con i Ropa11 avemmo il piacere di conoscere il direttore generale di tutte le attività della MGM di Las Vegas, una specie di roditore olandese ricmpreso nel suo ruolo, ricordo che egli ci chiese:

– what kind of music do you play?

e io risposi

– cool music

in effetti fare lo sbruffone col potente di turno a volte è sconsigliabile, ma nel nostro caso ci portò a suonare al Rouge Club, nel cuore del MGM resort: alla fin fine, un pò di faccia da culo non guasta mai!

aneddotonumeroventiquattro_30luglio2011

Di ritorno da un concerto a Mantova, tenuto per una serata universitaria che si chiamava (e non sto inventando ) “calippo al gusto cazzo – il martedì degli studenti”, capite già che si parla delle esperienze più bizzarre. Il batterista della band dichiara che lui sa un sistema per cui in 3 sms ti riesci a fare una tipa. Il bassista, un giovane romantico stile Werther contemporaneo, da anni platonicamente innamorato della sua più cara amica di infanzia, un pò brillo, in tre ore si fa convincere a inviare il primo messaggio della serie di tre, sostanzialmente una schifezza assurda. Immediatamente dopo gli muore il cellulare e inizia a cantare una litania del genere: “noooooooooo, ma cosa ho fatto , no, oddio aaaaaaaaaa eeeeeeeeeeee”; purtroppo il cellulare essendo morto  non può scusarsi e replicare agli insulti cospargendosi il capo di cenere: il rapporto platonico ventennale muore definitivamente. Un consiglio: non fidatevi dei batteristi!

aneddotonumeroventitre_23luglio2011

Intorno al 2007 realizzamo un concerto vagamente unplugged con i Ropa 11; eravamo a metà scaletta e dovevamo attaccare “Goccia” di Cristina Donà, un meraviglioso brano evocativo e sognante. Introduceva la canzone il riff di chitarra acustica che suonavo io. Misteriosamente Chiara, la cantantessa, non entrava e la situazione era dunque questa: io che ripetevo il riff come un macaco pensando “ma che cavolo succede”, Chiara che con sguardo torvo  mi odiava con ogni cellula e mi avrebbe strozzato – ma con la piega del sopracciglio a denotare comunque ammirazione; il resto della band incerto sul da farsi, se scappare o buttarsi a corpo morto in questa delirante avventura. Vi risparmio i dettagli dell’esecuzione del brano, ma vi spiegherò il problema: Goccia essendo in 3/4, io l’attaccai (e suonai tutta) in 4/4, obbligando tutti a suonarlo in 4/4. Certo, sono un pò distratto come minimo: ma voglio vedere un altro ensemble che gli cambiate il metro e va avanti come se nulla fosse!

aneddotonumeroventidue_16luglio2011

Mi capita spesso di essere interpellato quando qualcuno che conosco vuole aprire una scuola di musica. L’ultima volta (ieri) è stata particolarmente divertente perchè l’appuntamento era fissato allo Spriz Bar di via del Porto, Carmagnola. Un posto, un programma di nome! Se poi teniamo conto che il porto più vicino a Carmagnola è a 200 km, un aneddoto adatto a “Paranoia a Las Vegas”!

aneddotonumeroventuno_9luglio2011

Una volta in Grecia stavo suonando qualche standardello armonizzandolo al volo, un brano tipo “Days of Wine and Roses” o simili, quando arrivò un mio conoscente che mi disse: bravo, certo non sarai mica in grado di suonare capolavori come Stairway To Heaven degli Zeppelin…e io naturalmente risposi: ma no, magari, memore della celebra scena di Spinal Tap in cui un tizio sta provando una chitarra in un negozio quando arriva il commesso che indica un cartello sopra la sua testa: “In questo negozio è vietato suonare stairway to heaven e wish you where here”!

aneddotonumeroventi_2luglio2011

Ieri sera suonavo a Rivoli, in Piazza Garibaldi, in occasione della manifestazione “Rivoli sotto le stelle”; mi esibivo nel mio classico Joe Pass guitar solo style allietando passanti e clienti del ristorante Piol-a i Fratelli. A metà di “Bright Size Life” il cameriere è arrivato e mi ha detto “scusi il tavolo 11 chiede se può cambiare repertorio”!  Ovviamente la risposta corretta in questi casi è “gli consigli pure di cambiare ristorante!” 😉

aneddotonumerodiciannove_25giugno2011

Rispetto moltissimo i miei allievi, che generalmente sono simpatici e carinissimi. Questa considerazione posta in apertura, devo anche riconoscere che a volte creano dei neologismi che sono veramente divertenti, così che si ride insieme per alcuni lustri sulla base di queste (leggendarie) castronerie. Alcuni esempi, tralsciando chi dice “plettrata” al posto di “pennata”che mi si contorcono sempre le budella :

– non ho capito, mi ripeti cosa sono ‘sti cromi?

– e poi uso la scala pentatronica

– è un accordo che si costruisce con la settima giusta

– hai mica il filo che l’ho dimenticato (riferendosi al cavo)?

potrei andare avanti ore, ma quello che mi ha divertito di più è l’ allievo a Ciriè che eseguiva tutte le ritmiche e poi diceva “e qui vado in assolo” e suonava l’assolo. E io ho pensato per due anni: Elia, ma ‘ndo vai?! stai qua e fai il bravo, dai!

aneddotonumerodiciotto_11giugno2011

Nel corso degli anni ho sviluppato con il maestro Perfetto una leggendaria gara e chi riusciva a demolire l’altro (come quantità di volume) nel corso delle Jam organizzate dall’associazione culturale Notabene. L’ultimo episodio della sfida si svolse alla Iena, ameno localino in quel di S. Giorgio Canavese intorno al 2006. Ricordo bene che ero attaccato con una Les Paul al mio fido Twin Reverb, eravamo all’ultimo brano della serata  (Stairway To Heaven) e io sgasavo al massimo esplodendo in un volume devastante, pensando “e adesso voglio vedere cosa combini”. Con la coda dell’occhio vidi il ghigno dell’esimio maestro e con la coda dell’orecchio sentti il rombo del Concorde che atterra sulla pista 2: come avrete capito, non era il Concorde ma il bending che introduceva l’assolo di Jose. Dopo questa batosta, non abbiamo più gareggiato: sarò ingenuo, ma non stupido!

aneddotonumerodiciasette_4giugno2011

Una volta portavo Laura a fare lezione a Givoletto, nella scuola di un amico. Giacchè ero lì mi si chiese  subito di fare lezione a mia volta a degli allievi che si iscrivevano al sabato mattina,io acconsentii e così mi rifilarono la signora F. La signora F. una volta mi disse che voleva fare un brano, e aveva portato il cd: il brano era “Hey Jude” e il cd “The Beatles For Pan Flute”. Avete presente i peruviani che suonano in via Garibaldi? Ecco, avevano realizzato una versione stile Inti Illimani del celebre brano, con il flauto di Pan al posto della voce. Ripresomi dall’orribile incubo, le insegnai il brano e la settimana successiva le dissi: guarda, ti ho portato la versione originale della canzone, così ti fai un’idea. Ricordo ancora (con sgomento) la domanda: “ma come non era quella che ho portato io la versione dei Beatles?”

aneddotonumerosedici_28maggio2011

Una volta un aspirante allievo mi chiese se potevo dargli lezioni di chitarra jazz: naturalmente! risposi io e attacccamo a studiare l’armonizzazione di “The Days Of Wine And Roses”, visto che costui era diplomato in chitarra classica e quindi avantissimo. Dopo qualche lezione, chiarimmo  l’orribilie equivoco: per chitarra jazz egli  intendeva i Beatles e i Lynyrd Skynyrd. In effetti, nell’esame di storia della musica del conservatorio,  non si parla di giezz!

aneddotonumeroquindici_21maggio2011

Un concerto indimenticabile si tenne a Savona, secoli fa; io e Paolo Narbona(con altri) suonavamo per Luigi Tempera ad un Festival Blues quando ad un certo punto gli prese fuoco l’ampli Fender praticamente nuovo.  Luigi era arrabbiatissimo perchè noi ridevamo tantissimo: per forza, ci chiamava sempre diavoli del blues e alla fin fine il fuoco era inevitabile si presentasse!

aneddotonumeroquattordici_14maggio2011

Nel 1994 suonai un concerto in duo con Max Finotti ad Almese. Il gestore del locale, un idiota come il 99% dei gestori della Galassia, a fine concerto, per non darci i soldi spettantici, mi disse:

-certo, non è che i suoni fossero proprio belli.

– beh vedi, tu spilli le birre, io faccio i suoni: a ognuno il suo ed esci i dindi, darling – dissi io

– certo con questo modo di ragionare non andrai molto lontano nel mondo della musica

– di sicuro andrò più avanti di te e del tuo locale di merda – chiosai io, presi i soldi e me ne andai.

Naturalmente con un certo piacere posso dichiarare che ancora son qui  a suonare la mia chitarrina, mentre nel 2000 il locale di cui sopra è stato raso al suolo per aprire un supermercato.

Figo, ain’t it?!

Siccome Max è tuttora tra i imiei più cari amici, ha scritto anche la sua versione dei fatti:

versione Max FinottI (puoi usarla, se vuoi, per integrare la tua):
IUG – scusa, dobbiamo andare…
GESTORE – 5 minuti e arrivo
IUG – (trascorsi 4’59”) scusa, dobbiamo andare
GESTORE – eh… quanta fretta!
IUG – sì, ci dai i soldi?
GESTORE – mah… la serata non è andata bene
IUG – c’erano più di 40 persone
GESTORE – sì, ma hanno preso tutti il caffé
IUG – a me non interessa, dammi i soldi che me ne vado
GESTORE – (mentre prepara una media) allora se devo dirla tutta i suoni della chitarra non erano un granché…
IUG – cosa stai facendo?
GESTORE – eh?
IUG – cosa stai facendo?
GESTORE – sto spillando una birra….
IUG – ecco! Allora continua a spillar birre che dei suoni della chitarra me ne occupo io!
GESTORE – ehi! Certo che con questo modo di fare non so quanto andrai avanti a suonare!
IUG – di sicuro più a lungo di questo locale di merda che non ha clienti neanche durante i concerti!
(Dopo qualche anno)
IUG – Ciao Max, tutto bene? Hai mica il numero di P** (gestore del locale di cui sopra)
MAX – Eh? Ma lo sai che è fallito e ha chiuso!!!!
IUG – Sì, è per questo che te lo chiedo. Lo devo chiamare e dirgli: “Io sto ancora suonando.. e tu?”

aneddotonumerotredici_7maggio2011

Capii che John Scofield è un genio di categoria A quando lo vidi live con il suo trio a Bra: siccome Bra in americano significa reggiseno, per due ore continuò a ripetere: Thank you Bra, we love Bra, we really love love love Bra, nell’entusiasmo generale e per il divertimento superfino dei pochi anglofoni. Certo, immaginate che colpo, Ropa11 in concerto a reggipoppe…

aneddotonumerododici_ 3oaprile2011

Ho capito che sto inesorabilmente invecchiando quando l’altro giorno Matteo, un mio bravissimo allievo di dodici anni mi ha detto: “mi insegni questo brano? E’ di un gruppo che non so, forse non conosci: gli ZZTop, e il brano è La Grange!”

aneddotonumeroundici_23aprile2011

Una volta coi Ropa11 suonammo vicino a Pordenone, per una bellissima rassegna che coinvolgeva musiche differenti. Io ero armato di Les Paul (era il periodo pre acustica) e avevo uno di quei strani accordatori che si attacca alla paletta. Dimentico del congegno, mi esibii in un salto volante/rotante degno di Pete Townshend, col risultato di centrare in faccia col mio accordatore (volante, a questo punto) una signora della 30ma fila… niente da dire! Il jazz-rock a volte ti fa male anche fuori, oltre che dentro!

aneddotonumerodieci_16aprile2011

Tra i massimi motivi di divertimento di chi suona ci sono le scuse che usano le persone che hai invitato ad un evento al fine di  non partecipare. Il semplice “non vengo” non essendo previsto, ecco la selezione delle  migliori dodici:

– uno) troppo lontano, Avigliana (20 km dalla città)

– due) troppo in centro, non c’è parcheggio ( a un metro dal centro)

– tre) il lunedì mi riposo che lavoro, in settimana

– quattro) il sabato esco con la tipa, non posso venire ai concerti che si annoia

– cinque) alle 20.00 è troppo presto

– sei) alle 22.00 è troppo tardi

– sette) il jazz non mi piace

– otto) il rock non mi piace

– nove) la bossa, il pop, il valzer di Strauss, la rai music, il duk duk, il tango, il liscio, il country, il bluegrass, il metal, la techno e la musica napoletana non mi entusiasmano

– dieci) è che ci ho delle storie con una tipa forse vengo te lo confermo ma di sicuro ci vediamo quand’ è il prossimo?

– undici) urca ho già preso un impegno, dimmelo più in anticipo, se me lo dici il giorno prima…

– dodici) (avvertito un mese prima) quanto anticipo, sei matto? ricordamelo il giorno prima

aneddotonumeronove_2aprile2011

Una nozione che a scuola non insegnano è che l’Australia, pur guidando a sinistra, ha adottato (Dio li benedica) il sistema metrico decimale: non sembra ma comprare un litro di latte ed essere alti m.1.78  rende la qualità della vita del musicante di passaggio molto migliore che non comprare un gallone di latte ed essere alti 4 inches e 3 pollici; il fatto che la sangria sia fatta di frutta e brandy peggiora un pò la vista (si vede tutto doppio) e il lambrusco della Tasmania non ve lo raccomando: ma sono conseguenze secondarie!

aneddotonumerootto_27marzo2011

 

Un concerto epico dei Ropa11 si tenne ad Ivrea nel 2006; lo ricordo bene perchè a metà di un pezzo la batteria cessò di emettere suoni: in effetti Paoli, che aveva bevuto 17 negroni, si era alzato per andare a pisciare a metà di un brano. Molto discretamente scese la scala a chiocciola che portava dal palco a sotto il palco davanti al pubblico (essendo così notato da tuti i presenti), e risalì tre minuti dopo per finire il brano. Incredibile, isn’t it?!

 

aneddotonumerosette_19marzo2011

Nel novembre 2006, il primo concerto dei Ropa11 in Usa, a Las Vegas, si tenne al Freakin’ Frog. Il Freakin’ Frog è un postaccio niente male, e per darsi un tono, essendo a Las Vegas, proiettava ininterrottamente “Paura e Delirio a Las Vegas” sul muro. Altro posto nel posto, la scaletta in fondo portava alla sala riservata per i whisky superchic e clienti alcolisti… manco a dirlo Rob, il nostro chaperon, era un assiduo frequentatore di tutto il suddetto bendidio.

In tale occasione chiudemmo la serata dopo la band degli eroi giovanil  jazz locali; essi si aspettavano di chiudere loro, perciò quando gli dissero cheavrebbe chiuso una band jazz rock italiana non la presero molto bene. Come tutti gli sboroni superjazz pensavano infattu di essere i più bravi della Galassia, ma avrete già capito: non era così. Perdipiù il tastierista commise il terribile errore di suonare il tema del “Padrino” in un solo. La cantantessa inoltre  biascicava in uno spiacevole (per lei e la sua band nella seconda parte di serata) accento finto italiano.

Purtroppo per i gonzi american Doc, eravamo all’apice della forma e Hermon, il batterista che suonava con noi (conosciuto mezz’ora prima – ma questo è un altro aneddoto, come suonare brani jazz rock altamente complessi se hai conosciuto il batterista di origine irtachena con i bonghi al posto dei tom mezz’ora prima nel parcheggio equivoco di un lurido club di las Vegas) era una iena.

Risultato Italia 10 Usa 0, tutto il pubblico per i poveri parvenu di Torino e a  fine concerto i giovini american stars and stripes erano già andati via… peccato, ain’t it?

PS il seguito, cioè come salvammo nel parcheggio  la nostra vocalist Chiara dalle grinfie di Zeus, sedicente stilista indigeno, e come la medesima Chiara declinò l’offerta di essere baciata dalle due amiche lesbiche in prima fila, un’altra volta.

aneddotonumerosei_12marzo2011


La prima volta che io ed il fido Carlo partimmo alla volta di Terni, proiettati al conoscere la redazione di Jazzit, arrivammo ad Orte (luogo della coincidenza)  in ritardo, raminghi e senza alcuna idea sul come fare a compiere gli ultimi venti chilometri di tragitto.

Naturalmente incline allo stress ed alla tachicardia da viaggio, aggravata dalla vista di Orte stazione, località non esattamente turistica, diedi a Carlo il comando della spedizione.

Carlo essendo del toro, la tachicardia non la conosce e disse subito: è il momento ideale per farsi un Martini al bar della stazione di Orte. Così, mentre sorseggiavamo Martini nella inazione più pura, sorta di rito celebratorio del Dr. Gonzo e dell’avvocato mio di HunterSThompsoniana memoria (celebrazione nella quale io officiavo le parti del Dr. Gonzo e Garlo quelle dell’avvocato Samoano), accadde l’inevitabile: due signori ci chiesero se volevamo dividere le spese per andare a Terni in taxi, dieci eurelli a testa.

Ricordate quindi, e ripetete come un mantra mentre studiate le scale esatonali: le FS sono inaffidabili ed è sempre il momento giusto per farsi un martini!

 

aneddotonumerocinque_7marzo2011


 

Una volta il mio pard Quagliuz mi voleva vendere la sua LesPaul Custom (quella che poi vendetti a mia volta a Luca Mezzineuz) perchè secondo lui aveva un suono sporco e graffiante, fin troppo, anche sui puliti. Esaminato il legnetto, chiesi al medesimo e caro Andre: naturalmente hai cambiato la pila, considerato che i pickup EMG che monta sono attivi e magari la cagione del tutto è la pila medesima, scarica?

La sua faccia da implume “piopio” dell’ariete diceva tutto. Ragazzi, prima di vendere una chitarra controllate tutti gli anfratti!

aneddotonumeroquattro_27febbraio2011

 

L’attività di suonare stimola la conoscenza di personaggi bizzarri e singolari, come il protagonista di uno degli accadimenti più divertenti che mi sia mai capitato, successo un sabato sera alle 23.00 circa. Collassato sul divano, sento il cellulare che suona (e intanto penso: ma chi è quel demente che mi chiama sabato sera alle 23.00?). Rispondo e sento: “ciao Eugenio, sono *****, ti ricordi? Abbiamo suonato insieme sette anni fa in un corso, ti ricordi?”. Io mi ricordavo vagamente e mentre l’idiota faceva le domande di rito (come va e cosa fai ecc.), pensavo: ma se per sette anni non ci siamo sentiti, cosa mi chiami a fare ora, di notte, per salutarmi? Finchè dopo cinque minuti emerse la domanda, olimpionica: “Senti, è che sono a una jam session e tra due minuti devo suonare Cantaloupe Island, non è che per caso ti ricordi gli accordi?”. Curioso, o no? Da allora, telefono spento a casa. 😉

aneddotonumerotre_22febbraio2011


Un altro chitarrista che ho sempre amato impazzì di botto un giorno. Peter Green era sull’aereo che scarrozzava i Fleetwood Mac per gli Usa quando guardando Mike Fleetwood gli disse: “Mike, ma io che ci faccio quassù?”. Così scese e tornò in Uk: apertosi una pompa di benzina, ha fatto fino ad oggi il benzinaio, ne più ne meno. Dal 1997 ad oggi ha almeno pubblicato nove album solisti. Occhio al rock blues, lads!

aneddotonumerodue_15febbraio2011


Quando ero ragazzetto la scena trash impazzava e il mio amico Luca Rodolfo mi teneva sempre aggiornato… i Metallica non li ho mai digeriti, Kirk Hammett aveva dei suoni bruttarelli (li ha ancora, ma come si dice, Ubi major…!). Gli Slayer un pò troppo apocalittici, per i miei gusti. I Megadeth con tutti sti teschi fastidioselli (la musica niente male). Insomma, i più simpatici erano gli Anthrax, che per di più fecero una cover apocalittica di Got The Time di Joe Jackson e il proto brano crossover con i Public Enemy.

Curiosamente leggevo che Dan Spitz, il chitarrista solista degli Anthrax medesimi, nel 1995 (all’apice della popolarità e del successo della band) a causa di un grave disinteresse per il suonaggio della chitarra frequentò un corso per orologiaio e si aprì il suo negozietto di riparazioni. Strano no?! D’altra parte, se suoni in una band che si chiama carbonchio, non è che ti fa tanto bene alla salute!

aneddotonumerouno_10febbraio2011


Nel 2008 iniziai a frequentare un corso di cinese mandarino; trovai estremamente curioso scoprire che, senza saperlo, avevo scelto di studiare una delle lingue più musicali del pianeta. Il cinese ha infatti quattro toni e ogni sillaba si può dire in ciascuno di essi, cambiando significando a seconda del tono. Interessante!

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